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Il Mito dell'Archipelago Li Galli

08/04/2021

Mitologia

Tra Capri e Positano c’è un piccolo arcipelago conosciuto con il nome “Li Galli” formato da tre isolotti: Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia, chiamata anche l’isola dei Briganti. L’origine di questi tre gioielli a sud della Penisola Sorrentina, che ricadono nell’area marina protetta di Punta Campanella, è strettamente legata al mito delle sirene, non a caso, infatti, vengono chiamati anche Le Sireneuse, arricchendo di mistero il suo fascino suo indiscutibile.

Il nome Li Galli deriva dalla figura delle sirene che nell’Antica Grecia non erano raffigurate come creature metà donna e metà pesce, ma piuttosto, metà donna e metà uccello. Secondo la mitologia, sui tre isolotti vivevano Partenope, Leucosia e Ligia, le tre sirene dell’Odissea che, con il loro canto seducevano ed ammaliavano i naviganti, al punto da farli perdere il controllo delle navi che, inevitabilmente, si schiantavano sulle rocce. Stando sempre al mito, solo due navi riuscirono a scampare al triste destino: quella di Ulisse e quella degli Argonauti.

Nell'Odissea di Omero, Ulisse non volle rinunciare a sentire il canto delle sirene e così, su consiglio dalla maga Circe, si fece legare all'albero della nave, ma solo dopo aver turato con della cera le orecchie dei suoi marinai: egli poté quindi estasiarsi al loro canto mentre la nave continuò indisturbata il suo cammino. Gli Argonauti, invece, si salvarono grazie alla bravura di Orfeo che prese a suonare la lira, surclassandone il canto; le sirene, per l'umiliazione subita, si buttarono in mare e furono tramutate in sassi.

Storia Antica

Strabone, geografo greco del I secolo a.C. descrisse per la prima volta le tre isole, identificandole come sedi delle sirene e dando loro il nome di Sirenai o Sirenussai.

Da Li Galli, i corsari potevano controllare l'ingresso o l'uscita dalle Bocche; da cui il nome di uno dei galli: l'isola dei Briganti. Nel 1848, la famiglia dei Conti di Guissi tentò di costruirvi una fattoria per l'allevamento dei conigli. Dopo un successo iniziale, nel 1873 una terribile tempesta colpì l'arcipelago e affogò tutti i conigli. Alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX secolo, Li Galli rimanevano selvaggi, salvo per le battute di caccia alla quaglia.


I personaggi illustri che hanno soggiornato ai Li Galli

Li Galli hanno da sempre esercitato un grande fascino, tanto da renderle ambite da molti. Nel 1924 il coreografo e ballerino russo Léonide Massine acquistò l'arcipelago, facendo costruire su quelle rovine una magnifica villa che l'architetto Le Corbusier abbellì ulteriormente. La proprietà passò poi ad un altro celeberrimo ballerino russo, Rudolf Nureyev, che l'acquistò nel 1989: poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993, l'arcipelago è stato venduto. Tuttavia, Nureyev ai Li Galli ha lasciato il segno della sua presenza donando al successivo proprietario un’incredibile collezione di maioliche di Siviglia, gli amati Kilim persiani del ballerino e numerose lampade artigianali dal design unico.

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